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Supponiamo che un tipo di nome Marco si senta attratto da una donna di nome Luisa. Lui le propone di andare assieme al cinema, lei accetta. I due si divertono. Alcune sere dopo lui la invita a cena e di nuovo stanno bene assieme. Continuano a vedersi regolarmente e nel giro di poco tempo nessuno di loro vede più qualcun altro.

Una sera, in macchina, rincasando, a Luisa viene in mente una cosa e senza pensarci dice: "Hai pensato che giusto oggi sono sei mesi che ci vediamo ?"

Si fa silenzio in auto. A Luisa quel silenzio sembra pieno di significati. Pensa: "Mi chiedo se gli avrà dato fastidio che abbia detto questo, forse si sente oppresso dal nostro rapporto; forse crede che io voglia forzarlo a prendersi un impegno che lui non desidera o del quale non é molto sicuro."

Ma Marco sta pensando: "Ma guarda, sei mesi..."

E Luisa pensa: "Ma neanche io sono sicura di volere questo tipo di rapporto. A volte mi piacerebbe avere un po' più di libertà, per aver tempo di pensare a ciò che voglio veramente, per capire la direzione verso la quale ci stiamo muovendo lentamente... voglio dire, verso dove stiamo andando? Continueremo semplicemente a vederci a questo livello di intimità? Ci muoviamo verso il matrimonio? Figli? Una vita assieme? Sono pronta per questo tipo di impegno? Conosco veramente questa persona?"

E Marco pensa: "Quindi questo significa che era... vediamo... febbraio quando iniziammo a uscire, che era giusto dopo aver lasciato l'auto dal meccanico, cioè... vediamo il contachilometri... merda, devo cambiare l'olio alla macchina."

E Luisa pensa: "E' sconvolto. Glielo leggo in faccia. O forse sto interpretando male. Forse vorrebbe di più dal nostro rapporto, più intimità, più impegno; forse lui ha sentito prima di me che ho delle riserve. Sì, scommetto che é questo. Per questo non vuol dire niente dei propri sentimenti. Ha paura di sentirsi rifiutato."

E Marco pensa: "Devo dire loro di guardarmi di nuovo il carburatore. Non mi importa niente di quello che dicono quegli imbecilli, non va ancora bene. E questa volta sarà meglio che non diano la colpa al freddo. Che freddo ? Ci sono 30 gradi fuori e questa cosa cammina come un camion dell'immondizia, io pago quei ladri incompetenti un sacco di soldi."

E Luisa pensa: "E' arrabbiato. E io non posso biasimarlo. Anch'io lo sarei. Dio, mi sento così colpevole, facendogli passare questo, ma non posso evitare di sentirmi come mi sento. Semplicemente non mi sento sicura."

E Marco pensa: "Probabilmente mi diranno che ha solo tre mesi di garanzia! Si, è così, é giusto quello che mi diranno quei disgraziati."

E Luisa pensa: "Forse sono troppo idealista, aspetto che arrivi il principe azzurro sul suo cavallo bianco quando ho al mio fianco una persona perfettamente comune, normale e buona, una persona con la quale mi piace stare, una persona che davvero é importante per me e alla quale io importo. Una persona che soffre per le mie egocentriche fantasie da adolescente romantica."

E Marco pensa: "Garanzia ? Vogliono una garanzia ? Gliela dò io la garanzia, gliela metto al ..."

"Marco !" dice Luisa a voce alta

"Cosa ?" dice Marco sorpreso

"Per favore non ti torturare così" dice lei, con gli occhi velati di lacrime, "Forse non avrei dovuto dirti... O Dio, mi sento così..." e si interrompe singhiozzando

"Cosa c'è?" dice Marco

"Sono così stupida" singhiozza Luisa "Voglio dire, lo so che non esiste quel principe. Davvero lo so. è stupido. Non esiste nè cavaliere nè cavallo..."

"Non c'é il cavallo?" dice Marco stupìto

"Pensi che sono stupida, vero?" dice Luisa

"Ma no" dice Marco, contento finalmente di avere una risposta certa

"è solo che... solo che... ho bisogno di un po' di tempo" dice Luisa

C'è una pausa di 15 secondi durante la quale Marco, pensando più velocemente che può, cerca di dare una risposta sensata. Finalmente gliene viene in mente una che può funzionare:

"Certo, ti capisco" dice lui

Luisa, fortemente emozionata, prende la sua mano:

"Oh, Marco, davvero pensi questo ?"

"Cosa?" dice Marco

"Questo sul tempo" dice Luisa

"Ah" dice Marco "sì, sicuramente..."

Luisa si volta per guardarlo e fissa profondamente i suoi occhi, rendendolo alquanto nervoso per quello che lei gli potrà dire, soprattutto se ha a che vedere con un cavallo.

Alla fine lei gli dice: "Grazie Marco"

"Grazie?" dice Marco

Lui la accompagna a casa e lei si sdraia nel suo letto. Essendo un'anima che si tortura e si tormenta, piange fino all'alba. Intanto Marco torna a casa sua, apre un sacchetto di patatine, accende la tele e si immerge istantaneamente nella replica di una partita di tennis tra due giocatori cechi dei quali non ha mai sentito parlare. Una debole voce in uno degli angoli più reconditi della sua mente gli dice che qualcosa di importante è successo nell'auto, ma è del tutto sicuro che non c'era modo comunque di capirlo, per cui è meglio non pensarci.

Il giorno seguente Luisa chiamerà una delle sue migliori amiche, o forse un paio di loro, e parleranno della cosa per sei ore di seguito. In forma dolorosamente dettagliata, analizzeranno tutto quello che lei ha detto e tutto quello che lui ha detto, ritornando su ogni punto una e più volte, esamineranno ogni parola e ogni gesto per quanto minimo, considerando ogni possibile ramificazione.

Continueranno a discutere il tema varie volte, per settimane, forse per mesi, senza arrivare mai a conclusioni definitive ma senza mai neanche annoiarsi del tema.

Intanto Marco un giorno, mentre starà guardando una partita di calcio con un amico, distrattamente dirà: "Luca, sai se Luisa ha mai avuto un cavallo ?"